sabato 2 giugno 2012

Adolfo Wildt (1868 - 1931)




Ho scelto queste tre immagini di Adolfo Wildt perchè mi sembra che emerga meglio di altre il suo carattere di uomo e di artista.
Sono appena stata alla mostra che Forlì gli ha dedicato "Wildt, l'anima e le forme da Michelangelo a Klimt" e proprio qui vi ho letto che aveva una mimica del volto incredibile e variava spesso il tono di voce fino al bisbiglio... oltre al fatto che dal 1906 al 1909 attraversa una grave crisi creativa ed esistenziale che si concluse con l'esecuzione dell'autoritratto che ho messo all'inizio, detto anche 'La maschera del dolore'; sembra che da questi anni cominciò la fase più violentemente espressionista della sua poetica, ecco le sue parole:
"Poi nel 1906 esposi il gruppo dei Beventi. E qui comincia la notte mentale che mi tenne nella sua tragica ombra per tanto tempo. Soffrivo fino a rasentare la follia. Non volevo uscire dallo studio. Lavoravo come un folle; e non ero mai contento del mio lavoro.
Seguirono settimane e mesi terribili. Intorno a me si era fatto il vuoto.
Nel mio studio, dovunque io mettessi le mani, nasceva la rovina. M'ero smarrito; non riuscivo a trovarmi. Passavo intere settimane chiuso nel mio studio, dormendo per terra, crocefisso al mio tormento".
Emerge da queste parole il carattere di un uomo tormentato e un artista incontentabile, alla ricerca di sfide sempre più ardite; su di lui è stato calato un velo di silenzio nel dopoguerra, per essere stato considerato troppo vicino al fascismo e per non esprimere una certa visione della scultura che era ritenuta più moderna... ma davanti alle sue sculture ho sentito l'anima stessa  della mia attualità, e di tutta quella che l'ha preceduta, sono diversi anni che conosco la sua opera ed è sempre stata capace di scuotermi e stimolarmi a superare i miei confini.
Ecco un bel video che parla di questa mostra e della sua arte
http://www.youtube.com/watch?v=roB4mCeMpts&feature=related







 











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