domenica 26 febbraio 2012

Nuovo Mondo

                                                       Francesco Toris,  Nuovo Mondo

E' così che ho conosciuto quella che Dubuffet definiva Art Brut e Bianca Tosatti chiama Arte irregolare, grazie al lavoro e alla ricerca di Gabriele Mina antropologo, che ha mostrato a un incontro questo video di presentazione dell'opera

http://www.psichiatriaestoria.org/nuovomondo.htm

da allora mi si è aperto un altro mondo, affascinante nella sua potente carica espressiva, ma non voglio entrare nel vivo di vivaci discussioni tra arte e psichiatria,  lascio agli esperti dei vari settori il piacere di dare eventuali definizioni; in questi anni ho conosciuto varie opere e artisti del genere,  e ogni volta ho provato sentimenti forti, sentivo coinvolgimento e trasporto, non sempre positivo, talvolta anche inquietudine e paura.
G. Mina ricordo che ci raccontò di come Toris avesse voluto chiamarlo Nuovo Mondo perchè era come una sorta di ri-creazione, 'perchè quello di oggi non va bene, è corrotto...'
e quando si gira attorno all'opera fatta con centinaia d'ossa cesellate, man mano si scoprono figure nuove, nonostante dalla sua creazione ad oggi, siano state sottratte delle parti.
Purtroppo insieme a quest'opera ce n'erano altre e la maggior parte di queste furono distrutte, perchè erano fatte di materiali che si disgregavano: di pane, di ossa, di sassi... il Nuovo Mondo si è salvato perchè è finito a far parte della collezione di Giovanni Marro, psichiatra e antropologo, alla direzione del Manicomio di Collegno, dov'era 'internato' anche Toris; tutt'ora è visitabile come Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Univesità di Torino.
G. Marro nel documentare quest'opera cerca di spiegarne la genesi dicendo:
"...schietta emanazione dell'incosciente sentimento della natura... è come se Toris con la sua opera volesse dare vita a queste ossa..." e secondo Mina, è proprio la stessa operazione di animismo del primitivo, Marro aveva di fronte un anacronista vivente, un 'residuo' di un tempo preistorico.
Penso personalmente che queste incursioni di antropologia nell'arte siano estremamente illuminanti e affascinanti, guardando alle origini forse riusciremo ad abbattere ancora di più le barriere della nostra diversità, per scoprire che abbiamo tutti le stesse necessità e attese.








domenica 19 febbraio 2012

Tre percorsi tra Arte e Psicologia

Ecco che si ripresenta l'occasione di partecipare agli incontri del dott. Claudio Verri sulla Psicologia dell'arte, il primo tratta un tema che ha permesso agli artisti di sbizzarrirsi nella creazione di figure fantastiche, deformate... mostruose, lungo i secoli passati ma non solo, scopriremo infatti come molti artisti trattano questo tema ancora oggi, e come lungo la storia dell'arte siano cambiati i modi di rappresentarlo.
Questo volantino parla del primo incontro, in basso sono evidenziate le date degli altri.

giovedì 16 febbraio 2012

The Influencers

Si è appena concluso un festival d'arte dalle caratteristiche molto attuali e interessanti che volevo presentarvi, sperando che un giorno si realizzi anche qui in Italia.
Si tratta di 'Influencers' un festival di arte non convenzionale a Barcellona, che invita artisti sperimentali e innovatori, con intenzioni di 'guerriglia' nella comunicazione e critica veso la politica.
Ecco un articolo che ne parla in modo approfondito e che presenta gli artisti di quest'anno:
http://www.domusweb.it/it/art/the-influencers/

lunedì 13 febbraio 2012

La matematica nell'arte


Ecco un altro dei nostri incontri sull'arte e dintorni, sarà una serata in cui si parlerà di matematica e di arte, presentata da una nostra cara amica e associata che unisce la professione di insegnante alla sua passione per l'arte.
Durante la serata ci saranno alcune letture dell'attrice Pina Randi, ma soprattutto scopriremo che artisti e matematici non sono poi così tanto diversi.

sabato 11 febbraio 2012

Ricerca d'infinito

                                                       Kayoi Kusama, self-portrait, 2008

Mi è appena arrivata una mail di un caro amico che mi ha parlato di questa artista giapponese, non la conoscevo, forse l'avevo vista riguardo a una sua mostra a Milano... mi ha commossa per questo suo 'amore' e dedizione all'uso del 'punto'.
Poi ho scoperto che è un'artista che non ha mai seguito correnti e movimenti ma è sempre stata coerente a un suo principio, spinta da un motore interiore molto particolare, sembra essere affetta da disturbo ossessivo-compulsivo che la spinge alla ripetizione di gesti automatici, consapevole di ciò, ne ha fatto oggetto di espressione artistica.
Per questo l'ammiro molto perchè ha saputo utilizzare quello che poteva essere un limite per una ricerca che va oltre quel limite, la vedo proprio come una tensione all'infinito.
Nelle 'Infinity Net Series' ricopre grandi tele con pennellate che sembrano fondere realtà e irrealtà, e si fa fotografare insieme alle sue tele  indossando abiti con texture simili per 'annientare' se stessa e fondersi con la sua opera, in un gioco di rimandi infiniti senza essere dominata dall'opera: è lei a rivendicarla e dominarla. 
E' una signora che ha ancora una grande energia, proprio in questi giorni apre una sua retrospettiva alla Tate Modern di Londra e molti guardano a lei come un'artista d'avanguardia, che si lascia portare dal flusso delle sue idee che nascono mentre opera... davvero FANTASTICA! 

giovedì 9 febbraio 2012

Le condizioni dell'amore

Tempo fa mi è stato regalato questo libro, l'ho cominciato a leggere come un qualsiasi libro sul 'fantastico', ma mi sono ricreduta già dalle prime pagine: è una specie di metafora dell'amore.
L'autore stesso nella presentazione del romanzo dice: "E' una favola nella quale ho cercato di immettere alcune allegorie e altrettante esplorazioni; è anche (o soprattutto) una storia d'amore dove L'AMORE addirittura diventa uno dei protagonisti in grado di interloquire con tutti fino al punto di condizionare le loro esistenze".
Ho voluto scrivere questo pensiero invece della trama perchè mi sembra che possa interessare ognuno di noi, e poi mi piace incuriosire e spingere alla ricerca personale.

lunedì 6 febbraio 2012

Aliano di Matera




"Le stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima di Cristo: nessun messaggio umano o divino si è rivolto a questa povertà refrattaria.
Parliamo un diverso linguaggio: la nostra lingua è qui incomprensibile.
I grandi viaggiatori non sono andati di là dai confini del proprio mondo; e hanno percorso i sentieri della propria anima e quelli del bene e del male, della moralità e della redenzione.
Cristo è sceso nell'inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte del tempo e sigillarle nell'eternità.
Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso.
Cristo si è fermato a Eboli."   
                                                    Carlo Levi

E' la prima volta che parlo di questo paese, Aliano dove sono nata e che sto riscoprendo, insieme a quella eredità genetica e spirituale che mi porto dentro; ho vaghi ricordi di quando da bambina andavo a trovare i nonni: ricordo la scena di me sulla schiena di un asino che apparteneva a mio nonno, l'unico animale in grado di aiutarlo nei campi a trasportare fascine di legna e quant'altro lungo i calanchi... e dopo molto tempo mi ritrovo a leggere questo romanzo che parla probabilmente anche dei miei nonni... forse mi è nata dentro l'esigenza di ricordare com'è scura quella terra e come erano intensi quegli odori e quei sapori che non ho più sentito, forse è grazie a un'amica che mi ha parlato di 'terra' e di 'origini' che voglio compiere questo viaggio, per trovare veramente me stessa.




domenica 5 febbraio 2012

Hokusai

                                                 Pheasant and Snake, 1833

Katsushika Hokusai (葛飾北斎; Edo, 23 settembre 1760 – 10 maggio 1849) è stato un pittore e incisore giapponese, per intenderci è l'autore della 'Grande Onda' e delle 'Cento vedute del Monte Fuji', lascia un testamento spirituale:
"Dall'età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dai cinquant'anni pubblico spesso disegni, tra quel che ho raffigurato in questi settant'anni non c'è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po' intuito l'essenza della struttura di animali ed uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato."
Questo è un artista orientale che mi ha sempre affascinato per la sua figurazione, ha influenzato pittori occidentali come Monet e Van Gogh, mi piace di lui quella sua libertà artistica che esprimeva nel rigore di uno stile comunque ben classificato; nel suo concepire uno spazio alla maniera sia orientale che occidentale.
Credo che mi possa insegnare molto nell'attegiamento verso la realtà delle cose: per uno sguardo nuovo, ho letto di lui che usa la prospettiva non in modo scientifico ma artistico, ecco quello che intendo: non usare gli strumenti dell'arte in modo univoco, secondo termini consolidati e fissi, ma con spirito aperto a varie possibilità... e spero di non applicarlo solo all'arte ma anche nella mia vita.

venerdì 3 febbraio 2012

E' non è

                                              Rosa Maiorano,  'La cuccagna'  (punta secca)

E' una passione giocosa
un buon sentimento
uno sguardo e un pensiero
che non si riposa
E' la vita che accade
E' la cura del tempo
E' una grande possibilità


Non è una sfida
Non è una rivalsa
Non è la finzione di essere meglio
Non è la vittoria l'applauso del mondo
di ciò che succede il senso profondo


E' il filo di un aquilone
un equilibrio sottile
non è cosa ma è come
E' una questione di stile
non è di molti ne' pochi
ma solo di alcuni
E' una conquista una necessità


Non è per missione
ma nemmeno per gioco
Non è "che t'importa"
Non è "tanto è uguale"
Non è invecchiare cambiando canale
Non è un dovere dovere invecchiare


Sentire e fare attenzione
ubriacarsi d'amore
è una fissazione
è il mestiere che vivo
e l'inchiostro aggrappato
a questo foglio di carta
di esserne degno
è il mio tentativo

                                          Niccolò Fabi