sabato 11 febbraio 2012

Ricerca d'infinito

                                                       Kayoi Kusama, self-portrait, 2008

Mi è appena arrivata una mail di un caro amico che mi ha parlato di questa artista giapponese, non la conoscevo, forse l'avevo vista riguardo a una sua mostra a Milano... mi ha commossa per questo suo 'amore' e dedizione all'uso del 'punto'.
Poi ho scoperto che è un'artista che non ha mai seguito correnti e movimenti ma è sempre stata coerente a un suo principio, spinta da un motore interiore molto particolare, sembra essere affetta da disturbo ossessivo-compulsivo che la spinge alla ripetizione di gesti automatici, consapevole di ciò, ne ha fatto oggetto di espressione artistica.
Per questo l'ammiro molto perchè ha saputo utilizzare quello che poteva essere un limite per una ricerca che va oltre quel limite, la vedo proprio come una tensione all'infinito.
Nelle 'Infinity Net Series' ricopre grandi tele con pennellate che sembrano fondere realtà e irrealtà, e si fa fotografare insieme alle sue tele  indossando abiti con texture simili per 'annientare' se stessa e fondersi con la sua opera, in un gioco di rimandi infiniti senza essere dominata dall'opera: è lei a rivendicarla e dominarla. 
E' una signora che ha ancora una grande energia, proprio in questi giorni apre una sua retrospettiva alla Tate Modern di Londra e molti guardano a lei come un'artista d'avanguardia, che si lascia portare dal flusso delle sue idee che nascono mentre opera... davvero FANTASTICA! 

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